In un tempo non troppo lontano, consumare i pasti nel proprio hotel era un’esperienza che oscillava fra il lusso e lo squallore – si passava letteralmente dalle stelle alle stalle.
Non più: come documentato da numerosi articoli anche sulla stampa generalista, gli hotel sono diventati luoghi accessibili anche ai non ospiti, e oltretutto invitanti a più livelli.
Anche senza prenotare una stanza, gli hotel stanno trasformandosi sempre di più in dei luoghi dove prendersi cura di sé, con trattamenti di bellezza e termali, dove spendere per capi di abbigliamento e oggetti esclusivi, ma soprattutto dove godere di cibo di altissima qualità.
Menù curati e cantine da urlo
I migliori chef di tutto il mondo portano le proprie stelle Michelin nelle lobby di questi alberghi di ultima generazione, dove i commensali sono attirati dallo status di celebrità di questi personaggi premiatissimi. Succede in Versilia con Giuseppe Mancino, ad Amalfi con un altro Giuseppe, Stanzione, dell’Hotel Santa Caterina, al ristorante L’Aria, all’interno del Mandarin Oriental sul lago di Como dove si trova Vincenzo Guarino. Del resto anche uno degli chef più premiati al mondo, Heinz Beck, è di casa in un hotel: il Cavalieri Hilton di Roma!
Anche dove non ci sono chef premiati, il talento è di casa: si cura il menù perché sia snello, non eccessivamente lungo, e si fa attenzione alla stagionalità e alla provenienza degli ingredienti. A volte si spazia fra piatti con accenni etnici, cui si accompagnano le scelte dei sommelier.
A proposito di vino, ormai molti alberghi vantano cantine che rivaleggiano con quelle delle migliori enoteche: sono visitabili e da esse si possono anche selezionare bottiglie importanti da acquistare. Succede, per esempio, con la collezione di champagne dell’Hotel Almar Jesolo Resort, o all’Hotel Tyrol a Selva Gardena che pone un’attenzione maniacale nei confronti dei vini del proprio territorio.